Corsi

04

JUL

06

SEP

08

DEC

Dall’unione di due materiali può nascerne un terzo completamente nuovo, con proprietà superiori a quelle dei due componenti. Molti di questi prodotti compositi sono arrivati nel mondo delle costruzioni dopo essere stati scoperti e applicati in settori completamente diversi come la medicina e soprattutto l’aeronautica.


Si tratta di materiali con precise caratteristiche, come leggerezza, resistenza e stabilità dimensionale, bassa corrosione e facilità di installazione. Altra qualità molto importante in ambito architettonico è la loro duttilità e plasmabilità che garantiscono massima liberà di creazione, quindi la possibilità di realizzare forme estremamente originali.

I materiali compositi, noti anche con l’acronimo Frp, da Fiber Reinforced Plastics, avranno certamente forti sviluppi nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture.


Sono ottenuti dalla combinazione di una resina polimerica e di una fibra di rinforzo che può essere vetro, carbonio, keflar, ma anche canapa, bambù e lino. In questi ultimi tre casi si parta di materiali bio compositi.

All’ultima edizione del Mobile World Congress tenutasi a Barcellona, quella del 2019, la società Italcementi ha presentato una linea di pareti e pavimenti innovativi che possono riscaldarsi e condurre energia, grazie all’arricchimento del cemento con il grafene.


Lo studio delle sue proprietà e possibili applicazioni nei laboratori dell’azienda bergamasca è iniziato nel 2014, da quando Italcementi è entrata a far parte del Consorzio Graphene Flagship, una delle più importanti iniziative di ricerca avviate dall’Unione Europea sullo sviluppo di nuove tecnologie legate ai materiali.


Da allora, nei laboratori Italcementi, sono stati avviati diversi progetti di ricerca sulle applicazioni con calcestruzzi intelligenti, dedicando più di 15.000 ore di studi e approfondimenti. L’ultimo si è concentrato sulla possibilità di combinare l’eccezionale proprietà conduttiva del grafene con le potenzialità di un materiale di uso comune e largamente diffuso come il calcestruzzo.

Il settore dell’edilizia si avvale ormai da decenni dell’aiuto degli ultimi ritrovati in fatto di nanotecnologia: le applicazioni di quest’ultima nel settore edile sono potenzialmente illimitate e in continua evoluzione.

Il termine nanotecnologia fu coniato nel 1974 da Norio Taniguchi, docente della Tokyo University of Science, per definire un ramo della scienza applicata e della tecnologia, incentrato sul controllo della materia su scala atomica e molecolare, più precisamente nanometrica (il nanometro equivale ad un millesimo di millimetro).

Le nanotecnologie consentono, quindi, di osservare, misurare e manipolare la materia su scala atomica e molecolare.  I “prodotti nano” nel settore delle costruzioni sono attualmente concentrati nei settori dei materiali da costruzione legati al cemento, nella riduzione del rumore e isolamento termico o regolazione della temperatura e nei rivestimenti superficiali per migliorare la funzionalità di vari materiali.

Le nanotecnologie e i nanomateriali offrono nuove interessanti opportunità nell’industria delle costruzioni, garantendo lo sviluppo di materiali da costruzione molto resistenti, di lunga durata e allo stesso tempo estremamente leggeri.